Il forumTra intelligenza artificiale e transizione: le sfide dell’industria italiana” con il ministro Adolfo Urso – video a cura del “Forum in Masseria 2025” – Comin & Partners

MANDURIA – Il futuro industriale di Taranto è appeso a un filo sottile fatto di scelte energetiche e politiche. A ribadirlo è stato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, nel corso del Forum in Masseria, giunto alla quinta edizione e in corso a Manduria. Il ministro ha richiamato con forza la necessità di un piano energetico solido e immediato per rendere possibile la transizione dell’ex Ilva verso una produzione siderurgica sostenibile.

«Taranto merita una vera decarbonizzazione – ha dichiarato Urso – ma senza l’energia necessaria, quel cambiamento non potrà mai realizzarsi». L’obiettivo dichiarato è ambizioso: produrre 6 milioni di tonnellate di acciaio green utilizzando forni elettrici. Ma per farlo, ha avvertito il ministro, è imprescindibile l’arrivo della nave rigassificatrice, elemento fondamentale per garantire il fabbisogno energetico dello stabilimento.

«Senza quel terminale galleggiante e senza le autorizzazioni necessarie – ha detto Urso – non sarà possibile avviare i forni elettrici e produrre acciaio a basso impatto ambientale». Il ministro ha poi sottolineato che tra le criticità ancora da superare ci sono anche problemi legati all’approvvigionamento idrico e allo smaltimento delle acque.

La situazione dell’ex Ilva è definita urgente e delicata. Urso ha ricordato che, in assenza del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, lo stabilimento rischia la chiusura, come indicato da una sentenza del tribunale di Milano. Da qui la decisione di convocare una riunione permanente con gli enti locali, per costruire un’intesa politica e tecnica che scongiuri la paralisi.

Durante il forum, Urso ha inoltre chiarito un punto cruciale: «L’acciaio non sarà trasferito a Genova. Resterà a Taranto, ma servono scelte condivise e responsabili». Ha anche riferito di aver lavorato nelle ultime ore insieme al ministro Gilberto Pichetto Fratin e ai vertici di Snam, per valutare forme alternative di approvvigionamento.

Tuttavia, ha precisato, senza nave rigassificatrice sarà impossibile realizzare gli impianti Dri, fondamentali per la produzione di preridotto e per garantire l’autonomia strategica dell’Italia nel settore siderurgico.

«Servono risposte immediate – ha ribadito Urso – e per questo ho convocato, insieme al presidente Michele Emiliano, una riunione ad oltranza. L’incontro partirà martedì mattina alle 9.30 e, ha promesso il ministro, proseguirà finché non sarà trovata una soluzione concreta.

Il nodo è quello del rilascio dell’Aia, ha sottolineato senza metafore il Ministro Urso: “Se non ci fosse questa Aia, tra pochi giorni il tribunale di Milano dovrà emettere una sentenza. Sentenza che è già scritta: la chiusura dell’intero stabilimento”.

Nel frattempo, il Governo continua a lavorare anche a livello normativo per adattare le regole europee alla realtà industriale italiana, con l’intento di rendere davvero sostenibile la produzione di acciaio nel nostro Paese. Per Taranto, il tempo delle attese sembra finito. Ora servono scelte. E servono subito.

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Fonte:
https://buonasera24.it/news/cronaca/896496/ex-ilva-urso-la-produzione-non-andra-da-taranto-a-genova-ma-senza-aia-l-impianto-sara-chiuso-dal-tribunale-di-milano.html