Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sentito il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha convocato per martedì 8 luglio, a partire dalle ore 9.30, una riunione con i rappresentanti di tutte le Amministrazioni, centrali e locali, chiamate a sottoscrivere l’accordo di programma interistituzionale (ai sensi dell’art. 29-quater, co. 15, del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152) relativo al Piano di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto.

Si tratta dell’ultima chiamata per decidere il futuro del polo siderurgico dell’ex Ilva. I lavori proseguiranno ad oltranza, fino alla loro conclusione, anche in considerazione della conferenza dei servizi, propedeutica al rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), convocata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la giornata di giovedì 10 luglio.

All’incontro – che avrà luogo in presenza a Palazzo Piacentini a Roma, sede del Mimit – interverranno i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero della Salute e del Ministero dell’Interno, insieme a quelli della Regione Puglia, della Provincia di Taranto, dei Comuni di Taranto e di Statte, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto, nonché i commissari di Acciaierie d’Italia S.p.A. in A.S. e di ILVA S.p.A. in A.S.

LA REPLICA DELLE ASSOCIAZIONI TARANTINE

«Taranto non può essere ancora una volta sacrificata in nome di un interesse generale deciso altrove». Lo sottolineano i portavoce di una serie di associazioni tra cui Genitori Tarantini, Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti e Wwf Taranto, che ieri hanno organizzato un sit-in in Piazza Fontana, nella città vecchia, per dire no all’Accordo di Programma interistituzionale sull’ex Ilva proposto dal ministro Urso e ai progetti «calati dall’alto” sul territorio jonico, tra cui dissalatore al Tara, rigassificatore, impianto fanghi e nuove discariche.

Gli attivisti hanno poi chiesto ai sindaci di Crispiano e Grottaglie di presentarsi oggi all’incontro convocato a Bari dal governatore Emiliano «anche senza invito. Non è logico che i sindaci della provincia – hanno osservato – non siano convocati e non possano esprimere il loro parere».

Critiche anche al presidente della Regione Puglia: «Le sue dichiarazioni sono gravi e pericolose. Dire che ‘tutti gli enti locali che possono firmare l’accordo sono favorevoli’ significa forse che accetteranno ovunque nave rigassificatrice o dissalatore galleggiante?».

Il sit-in, è detto nella nota, ha ribadito il rifiuto del modello industriale esistente: «Non ci interessa chi chiuderà la fabbrica, ma che non si continui a morire di malattia o a vivere con il rischio di un’esplosione o di una bomba sociale. Taranto non è più disposta a subire. Difendiamo il diritto di decidere, la bellezza, la vita».
Un appello finale è stato rivolto agli amministratori locali: «Molti di voi hanno espresso dubbi sull’accordo. Ora è il momento della coerenza e del coraggio. Non siete soli. La piazza continuerà a farsi sentire».

I SINDACATI

«Non resteremo spettatori di scelte che ricadranno su migliaia di cittadini pugliesi. È inaccettabile che dopo l’incendio all’Altoforno 1 si presenti l’Accordo di Programma come unica soluzione vincolante per l’Aia, mentre i sindacati non sono nemmeno firmatari dell’intesa, riservata a ministeri e istituzioni». Così Gianni Ricci (segretario generale Uil Puglia) e Davide Sperti (segretario generale Uilm Taranto) nel corso dell’incontro tenutosi oggi alla Fiera del Levante di Bari, convocato dal presidente Michele Emiliano per discutere le proposte del Governo sul futuro dello stabilimento ex Ilva di Taranto.

Per la Uil erano presenti, oltre a Ricci e Sperti, anche Andrea Toma (segretario regionale con delega all’industria), Gennaro Oliva (coordinatore Uil Taranto) e rappresentanti UILM dello stabilimento. «Solo lo Stato – ha aggiunto Sperti – può garantire continuità operativa e conciliazione tra decarbonizzazione, produzione e occupazione. Prima si è tentato di scaricare tutto sul mercato, oggi si cerca di addossare la responsabilità agli enti locali. Ma Taranto non può più essere trattata come un problema da chiudere».

«La Regione – ha spiegato la delegazione Uil – ha mostrato disponibilità al confronto e alla modifica dell’accordo, ma serve chiarezza. Basta slogan e scorciatoie. Il rischio è chiaro: si cerca un pretesto per chiudere la partita Taranto. Servono merito, trasparenza, responsabilità e un vero piano sociale», ha incalzato Oliva.

Tra le richieste avanzate dalla Uil: l’istituzione di screening sanitari sui lavoratori esposti ad amianto e altri agenti cancerogeni; la riattivazione della legge sui prepensionamenti amianto; il riconoscimento dello stabilimento a ciclo integrale come sito di lavoro usurante, per garantire esodi agevolati e tutele reali.


Clicca qui per leggere l’articolo sul sito ufficiale

Fonte:
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1761510/ex-ilva-urso-convoca-tutti-a-roma-l-8-luglio-ultima-chiamata-per-l-accordo-di-programma.html