Si è svolto questa mattina in videoconferenza un nuovo incontro tra il ministro Adolfo Urso e le Organizzazioni Sindacali Nazionali e Territoriali sulla vertenza ex-Ilva.
In apertura il titolare del Mimit ha reso noto il percorso d’interlocuzione con le istituzioni locali in merito alla realizzazione dell’AIA e dell’accordo di programma interistituzionale necessario perché la stessa Autorizzazione integrata ambientale trovi realizzazione.
Per la FIM – rappresentata dal Segretario Generale Ferdinando Uliano e Il Segretario Nazionale Valerio D’Alò – “c’è una presa d’atto da cui non ci si può scostare: ovvero che c’è la pendenza di una sentenza del Tribunale di Milano che, se non saranno prese decisioni politiche su programma interistituzionale e conseguente autorizzazione AIA, deciderà le sorti dello stabilimento e dell’occupazione in via giudiziale. L’AIA – che tenga presente gli impatti ambientali – deve passare necessariamente dalla realizzazione dei forni a gas, di impianti di DRI e di un desalinizzatore che gestisca la gestione delle acque in entrata, ed in scarico per lo stabilimento. Per ottenere questo ciclo di produzione è fondamentale gestire l’approvvigionamento di gas attraverso una nave rigassificatrice nel porto di Taranto”.
In una nota del sindacato si legge che “il ministro ha dichiarato anche che esiste la possibilità, di fronte al diniego delle istituzioni locali a Taranto di realizzazione degli impianti, che gli stessi siano realizzati altrove e addirittura il ridimensionamento e la messa in discussione del futuro stesso dei stabilimenti.
Per la FIM, questo potrebbe significare una pesantissima ricaduta sia sul piano occupazionale, sia per i lavoratori dell’area a caldo oltre la minore possibilità di una loro ricollocazione.
Bisogna lavorare insieme perché i nuovi impianti, la nuova Ilva, sia rilancio e non un ulteriore prezzo da pagare. Dopo anni che va avanti questa vertenza bisogna abbandonare l’ascolto delle sirene del populismo che negli anni hanno promesso economie alternative, in 15 anni mai realizzate, nella ricerca del consenso. Va realmente valutato quanto queste posizioni strumentali abbiano impatto sull’occupazione in un territorio già fortemente compromesso. Oltre a valutare seriamente la possibilità, ad oggi reale, di avere una fabbrica decarbonizzata ed ecocompatibile che garantisca posti di lavoro in un ambiente salubre. Le istituzioni locali devono avere la consapevolezza della responsabilità che devono esercitare per coniugare ambiente, sviluppo e occupazione. È indispensabile alzare il livello di interlocuzione istituzionale, a partire dal tavolo permanente presso palazzo Chigi, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni locali”.
La nuova lettera dei sindacati ad Urso
La richiesta di Fim, Fiom e Uilm
“In riferimento a quanto emerso dai due incontri interistituzionali tra il Mimit, presieduto dal Ministro Urso, la Regione Puglia e le istituzioni locali in merito alla bozza di Accordo di Programma ai sensi del comma 15 dell’art.28- quarter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e considerato che in tali riunioni le parti sociali di fatto sono state escluse, si richiede un incontro urgente al fine di discutere sul futuro dell’ex Ilva legato al processo complesso della transizione ecologica.
Infatti, riteniamo non più rinviabile una discussione che possa affrontare seriamente come traguardare obiettivi importanti sul processo di transizione ecologica attraverso un percorso condiviso al fine di porre fine ad una contrapposizione inutile e dannosa tra lavoro e salute a cui Fim, Fiom e Uilm si sono sempre sottratti”.
È quanto chiedono le sigle metalmeccaniche territoriali in una lettera a Regione, Provincia, Comuni di Taranto e Statte e Autorità Portuale.
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Fonte:
https://buonasera24.it/news/cronaca/895728/ex-ilva-le-istituzioni-locali-non-condannino-un-territorio-alla-desertificazione.html