“Ribadiamo la necessità di garantire l’integrità del gruppo siderurgico, la tutela dell’occupazione e la presenza pubblica nel capitale della futura società per la gestione della transizione verso la decarbonizzazione”

“L’incontro tra i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e le organizzazioni sindacali, che si è tenuto oggi a Roma, non è l’inizio di una trattativa. Questo è il punto dirimente. Dall’incontro usciamo senza essere a conoscenza del piano industriale di Baku Steel.” Lo afferma in una nota il coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil, Loris Scarpa.

“Abbiamo precisato con nettezza ai commissari straordinari che i lavoratori e le organizzazioni sindacali non possono continuare ad apprendere dagli organi di stampa i possibili contenuti del negoziato con gli azeri. Ora è il momento in cui i lavoratori e il sindacato siano partecipi e protagonisti della discussione.

La Fiom-Cgil ribadisce che è necessario che sia garantita l’integrità del gruppo siderurgico, la tutela di tutta l’occupazione e la presenza pubblica nel capitale della futura società, per la gestione della transizione verso la decarbonizzazione. – Conclude – L’incontro di oggi è stato del tutto inconcludente, vogliamo avere una discussione vera, con un calendario fitto di incontri, che ad oggi non c’è”.

Concluso l’incontro in programma oggi, mercoledì 9 aprile, tra i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e le organizzazioni sindacali. Durante il confronto è stato confermato l’avvio di interlocuzioni con Baku Steel in merito alla vendita degli asset. Tuttavia, non sono emersi elementi di rilievo sul piano industriale del gruppo azero.

In una nota, l’Unione Sindacale di Base esprime «forte preoccupazione per i potenziali impatti occupazionali che potrebbero derivare da questa operazione, in un contesto in cui il Governo non ha ancora preso in considerazione gli strumenti straordinari di intervento che chiediamo da tempo. Il percorso delineato dal Governo punta potenzialmente a una chiusura della trattativa entro il mese di giugno, ma resta del tutto incerto il destino delle migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti. Il rischio concreto è che si voglia fare tutto in fretta, disperdendo in un attimo il lavoro fin qui svolto dai commissari, gettando via un piano di ripartenza che oggi riporta numeri in linea con il 2018, ricomprendendo anche i lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria».

Per Francesco Rizzo e Sasha Colautti, dell’esecutivo nazionale confederale di USB, «è importante sottolineare che, proprio in questo momento, il governo del Regno Unito sta valutando la possibilità di nazionalizzare British Steel per salvaguardare migliaia di posti di lavoro e garantire la continuità produttiva. Questo dimostra come la nazionalizzazione sia una strada percorribile e attuale per la tutela di settori strategici. Se Baku Steel non dovesse dare sufficienti garanzie in merito alla salvaguardia dell’occupazione e al rispetto del piano di rilancio e dell’occupazione previsto dall’accordo del 2018, non potrà esserci altra soluzione che la nazionalizzazione di tutti gli asset di Acciaierie d’Italia, come unica strada in grado di garantire la piena tutela occupazionale, il rilancio produttivo su basi industriali solide e durature, e il rispetto della questione ambientale.

Fonte: https://www.cosmopolis.media/primo-piano/ex-ilva-scarpa-fiom-vogliamo-una-vera-trattativa-incontro-inconcludente/segreteria-di-redazione/