Siamo al rush finale per l’individuazione del nuovo proprietario del complesso aziendale ex Ilva. Ma come ogni sprint che si rispetti, non mancano sgomitate e colpi bassi.
Ieri pomeriggio i commissari delle amministrazioni straordinarie di Acciaierie d’Italia e di Ilva hanno incontrato il ministro per il Made in Italy per annunciare le proprie conclusioni rispetto alle proposte di acquisto giunte ma l’incontro doveva rimanere riservato e invece l’annuncio dello stesso su un quotidiano ha generato un palpabile clima di tensione.
Il ministro Urso potrebbe nel consiglio dei ministri di venerdì prossimo riferire sullo stato della procedura e poi fare successivamente lo stesso giorno un passaggio con i sindacati, già convocati per un nuovo incontro al ministero del Lavoro sulla richiesta di cassaintegrazione straordinaria per 3420 lavoratori avanzata da parte di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria.
La possibile data era già stata ventilata nel corso del primo incontro – lo scorso 18 febbraio – tra sigle metalmeccaniche, rappresentanti dell’azienda e tecnici di via Flavia, conclusosi però con un nulla di fatto. Il 28 febbraio è anche la «deadline» per l’attuale cassaintegrazione; dal 1 marzo dovrebbe partire la nuova cigs, prevista da una norma inserita specificamente in manovra per tutto il 2025. Le tute blu però chiedono a gran voce che, prima di decidere su un possibile accordo sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ci sia un incontro a Palazzo Chigi con il governo, per essere informati sull’avanzamento dei negoziati con i player in gara per acquisire le acciaierie, cioè gli azeri di Baku Steel e gli indiani di Jindal, unici ad aver proposto rilanci allo scadere del termine fissato dai commissari. A loro si aggiungono anche gli americani del fondo Bedrock, che però sono rimasti fermi sulla propria offerta iniziale. Ecco perché quello di venerdì potrebbe essere un giorno cruciale per il futuro dell’acciaieria di Taranto.
Nei giorni scorsi, i commissari straordinari dell’ex Ilva sono stati a Baku, capitale dell’Azerbajian, per confrontarsi con i vertici di Baku Steel Company e i rappresentanti del Governo azero e della società statale Azerbaijan Investment Company Ojsc, per discutere della cessione dell’ex Ilva. I commissari hanno anche visitato gli impianti di Baku Steel. Il confronto è stato ritenuto positivo. A novembre due dei tre commissari di AdI, Fiori e Tabarelli, erano stati in Oman e incontrato i manager di Jindal International, il gruppo che compete come Baku Steel e gli americani di Bedrock per l’intera acquisizione del gruppo dell’acciaio. In Oman, Jindal sta infatti costruendo un’acciaieria basata su forni elettrici e preridotto che dal 2026 produrrà inizialmente 3 milioni di tonnellate di acciaio per poi salire a 5 a regime. È un investimento da 3 miliardi di dollari. Rientrati in Italia dall’Azerbajian, i commissari AdI, Fiori, Quaranta e Tabarelli, ma anche i commissari Ilva, Danovi, Di Ciommo e Savi – è Ilva in as la società venditrice -, hanno tirato le somme per riportarne le conclusioni al ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Anche se Baku è data in pole position ed è quella che con i rilanci avvenuti entro il 14 febbraio ha offerto 400 milioni in più rispetto a Jindal, fonti vicine al dossier dicono che la partita non è definitivamente chiusa e che la verifica finale terrà conto di tutte tre le offerte. Anche quella degli americani di Bedrock – che è un fondo di investimento -, i quali, al contrario degli altri due gruppi, non hanno effettuato alcun rilancio confermando la proposta avanzata a gennaio. L’esito dell’istruttoria finale dei commissari potrebbe sarà nota a breve, insomma, fuga di notizie permettendo.
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Fonte:
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1662519/nuovo-padrone-per-lilva-il-governo-sceglie-il-riserbo.html