TARANTO – Nessun confronto sul ricorso agli ammortizzatori sociali, senza un chiarimento da parte del governo sul piano di cessione degli impianti del gruppo ex Ilva. È stato aggiornato al 28 febbraio il tavolo tenuto al ministero del Lavoro dopo la richiesta di proroga di cassa integrazione straordinaria avanzata da parte di Acciaierie d’Italia per 12 mesi per 3.420 lavoratori ex Ilva, di cui 2.955 a Taranto. I sindacati di categoria hanno chiesto unitariamente che prima di entrare nel merito degli ammortizzatori sociali venga convocato un tavolo a palazzo Chigi per discutere della situazione complessiva degli impianti, anche in vista della definizione della procedura di vendita, che oramai è giunta ad uno snodo cruciale.

Il tavolo a palazzo Chigi sull’ex Ilva, secondo Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, e Davide Sperti, segretario Uilm Taranto, «è importantissimo per avere la garanzia sulle adeguate risorse date all’amministrazione straordinaria per continuare a gestire» lo stabilimento, «ma soprattutto per ottenere le garanzie occupazionali da parte del futuro proprietario, oltre che la previsione di strumenti straordinari di risarcimento nei confronti dei lavoratori impattati».

L’incontro, hanno detto i due sindacalisti, «è stato complesso per la concomitanza della scadenza della cigs e la vigenza del bando di gara per la cessione» dell’azienda. «Durante la riunione – continuano -, oltre a ribadire la necessità di avere quanto prima la convocazione a palazzo Chigi per ricevere un aggiornamento sul bando di gara, abbiamo chiesto di creare i presupposti per provare a raggiungere un accordo per la proroga della cigs. In primo luogo una riduzione del numero massimo di lavoratori interessati, poi la conferma dell’integrazione al 70% della cigs, il welfare aziendale, nessun lavoratore a zero ore, nessuna dichiarazione di esubero strutturale e la conferma dell’accordo del 6 settembre 2018 che resta la garanzia di tutta l’occupazione esistente in AdI, Ilva in As e dell’indotto. Se acquisiremo questi elementi – concludono – potremmo avviare la discussione e verificare se ci sono le condizioni per un possibile accordo».

Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom Cgil, si chiede «come si fa a fare una discussione su una cassa integrazione per 12 mesi» mentre «qualcuno sta discutendo invece di vendere lo stabilimento senza rendere partecipe il sindacato e i lavoratori?». «Qui – ha sottolineato Scarpa – c’è un punto fondamentale: se tu vuoi ragionare di prospettive future devi ragionare col sindacato, non ci possono essere due tavoli che non si parlano. Per cui a oggi la priorità è che il governo si assuma la responsabilità di convocare le organizzazioni sindacali per dirci che cosa stanno discutendo con questi tre famigerati acquirenti. Noi lo apprendiamo solo dai giornali e c’è insicurezza negli stabilimenti, c’è preoccupazione. Noi a questo gioco al massacro non ci stiamo». Scarpa è quindi tornato a chiedere una convocazione a palazzo Chigi e «una discussione trasparente. Sono già successi due episodi negli anni passati, con due precedenti governi – ha detto – che hanno fatto gli accordi alle nostre spalle e se li son dovuti rimangiare». Secondo quanto riferito da Scarpa l’azienda avrebbe infine comunicato un «ritardo nel piano di ripartenza dello stabilimento» legato «sia a questioni finanziarie che alla vicenda della vendita».

Fim entra nel merito dell’accordo sulla cigs. «La nuova proroga vedrà accompagnare per ulteriori 12 mesi a partire da marzo, il percorso iniziato con l’accordo del 26 luglio 2024 con unica finalità, continuare a garantire sicurezza ai lavoratori e stabilità aziendale nel processo di transizione e fase di vendita – spiega il segretario generale della Fim, Valerio D’Alò -. Durante l’incontro come Fim abbiamo ribadito che per quanto ci riguarda, nell’ottica di riapertura della fase di consultazione e del percorso, bisogna confermare quanto già realizzato nel precedente accordo e cioè: validità del settembre 2018; la salvaguardia dei lavoratori di Ilva in As; piena applicazione delle rotazioni riconfermando la quota di rimpiazzo nelle turnazioni contrattuali, evitando di norma la sospensione a zero ore, e un ‘integrazione salariale pari o superiore al 70%. Inoltre altro tema importante sollevato durante l’incontro, è stato quello della formazione, che va garantita al fine di aumentare ed incrementare il bagaglio di conoscenze dei lavoratori, anche per poter certificare ed accrescere le loro professionalità. Abbiamo rimarcato la necessità di essere aggiornati sul piano di ripartenza degli impianti dei vari siti e lo stato attuale del programma delle manutenzioni realizzate e quelle ancora da programmare soprattutto per poter predisporre, all’interno dei siti i necessari interventi per garantire la sicurezza durante le attività lavorative».

«Restiamo in attesa della convocazione del Governo in merito alla procedura di vendita e delle offerte vincolanti, di coloro che si apprestano ad acquisire gli asset del Gruppo. Non siamo affezionati ai nomi o alle nazionalità ma deve essere chiaro al Governo che nessun lavoratore deve essere lasciato indietro, compresi i lavoratori di Ilva in A.S dell’appalto e dell’indotto» conclude D’Alò.

Anche Confindustria Taranto segue da vicino la partita della oramai imminente acquisizione dell’Acciaieria. L’auspicio, da parte dell’associazione di via Dario Lupo, è che presto si possa definire quale sarà il nuovo gruppo che prenderà in mano le sorti dello stabilimento siderurgico per poterne poi condividere il piano industriale. Sono costanti le interlocuzioni che Confindustria Taranto sta avviando con la struttura commissariale e il ministero competente per seguire da vicino l’iter, oramai agli sgoccioli, che porterà all’acquisizione dell’Acciaieria. «Siamo informati e seguiamo da tempo le varie fasi – dichiara il Presidente Salvatore Toma – e ci auguriamo che la partita si chiuda presto e al meglio, con tutti quei presupposti che potranno garantire non solo, in senso generale, la continuità della fabbrica, ma le condizioni ottimali per poter parlare di reali prospettive di futuro».


Clicca qui per leggere l’articolo sul sito ufficiale

Fonte:
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1657269/lo-stato-resti-in-ilva-altrimenti-rischi-enormi.html